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6.2. I comandi aptitude e apt-get

APT è un progetto vasto, i cui piani originali includevano un'interfaccia grafica. Si basa su una libreria che contiene l'applicazione principale e apt-get è stata la prima interfaccia, basata su riga di comando, che è stata sviluppata nell'ambito del progetto.
Numerose altre interfacce grafiche sono apparse come progetti esterni: synaptic, aptitude (che include sia un'interfaccia in modalità testo che una grafica, anche se non ancora completa), wajig, ecc. L'interfaccia più consigliata, aptitude, è quella usata durante l'installazione di Debian. Dal momento che la sua sintassi della riga di comando è molto simile a quella di apt-get, ci concentreremo su aptitude negli esempi di questa sezione. Quando ci saranno grandi differenze fra aptitude e apt-get, tali differenze verranno spiegate.

6.2.1. Inizializzazione

Per qualsiasi lavoro con APT, la lista dei pacchetti disponibili deve essere aggiornata; questo può essere fatto semplicemente attraverso aptitude update. A seconda della velocità della connessione, l'operazione può richiedere un po' di tempo visto che deve scaricare un certo numero di file Packages.(gz|bz2) (o anche Sources.(gz|bz2)), che sono gradualmente diventati sempre più grandi mano a mano che Debian si è sviluppata (più di 8 MB per il Packages.gz più grande, dalla sezione main). Ovviamente, installare da un insieme di CD-ROM non richiede di scaricare nulla: in questo caso, l'operazione è molto veloce.

6.2.2. Installazione e rimozione

Con APT, i pacchetti possono essere aggiunti o rimossi dal sistema, rispettivamente con aptitude install pacchetto e aptitude remove pacchetto. In entrambi i casi, APT installerà automaticamente le dipendenze necessarie o rimuoverà i pacchetti che dipendono da quello che ci si appresta a rimuovere. I comandi aptitude purge pacchetto o apt-get purge pacchetto implicano una completa disinstallazione: anche i file di configurazione vengono eliminati.
Se il file sources.list cita diverse distribuzioni, è possibile specificare la versione del pacchetto da installare. Un numero di versione specifico può essere richiesto con aptitude install pacchetto=versione, ma è ingenere preferito indicare la sua distribuzione di origine (Stable, Testing o Unstable), con aptitude install pacchetto/distribuzione. Con questo comando è possibile tornare ad una versione precedente di un pacchetto (se per esempio si sa che funziona bene), a condizione che sia ancora disponibile in una delle sorgenti a cui fa riferimento il file sources.list. Altrimenti l'archivio snapshot.debian.org può venire in soccorso (vedere riquadro APPROFONDIMENTO Le vecchie versioni dei pacchetti: snapshot.debian.org).

Esempio 6.2. Installazione della versione unstable di spamassassin

# aptitude install spamassassin/unstable

6.2.3. Aggiornamento del sistema

Sono raccomandati aggiornamenti regolari, perché includono gli ultimi aggiornamenti di sicurezza. Per aggiornare, usare aptitude safe-upgrade o apt-get upgrade (ovviamente dopo aptitude update). Questo comando controlla i pacchetti installati che possono essere aggiornati senza la rimozione di alcun pacchetto. In altre parole, l'obiettivo è quello di garantire l'aggiornamento meno intrusivo possibile. apt-get è un po' più esigente di aptitude perché si rifiuta di installare pacchetti che erano già installati in precedenza.
aptitude in genere seleziona il numero di versione più recente (ad eccezione dei pacchetti Experimental, che vengono ignorati per impostazione predefinita a prescindere dal loro numero di versione). Se si è specificato Testing o Unstable nel proprio sources.list, aptitude safe-upgrade porterà la maggior parte di un sistema Stable a Testing o Unstable, e ciò potrebbe non essere quello che si desiderava fare.
Per dire ad aptitude di usare una specifica distribuzione quando cerca degli aggiornamenti, si deve usare l'opzione -t o --target-release, seguita dal nome della distribuzione voluta (ad esempio: aptitude -t stable safe-upgrade). Per evitare di specificare questa opzione ogni volta che si utilizza aptitude, si può aggiungere la riga APT::Default-Release "stable"; nel file /etc/apt/apt.conf.d/local.
Per gli aggiornamenti più importanti, come il passaggio da una versione principale di Debian a quella successiva, è necessario utilizzare aptitude full-upgrade (l'opzione si chiamava in passato dist-upgrade come "aggiornamento di distribuzione"). Con questa istruzione, aptitude completerà l'aggiornamento anche nel caso in cui debba eliminare dei pacchetti obsoleti o installare nuove dipendenze. Questo è anche il comando usato dagli utenti che lavorano quotidianamente con il rilascio Unstable di Debian e che seguono la sua evoluzione giorno per giorno. È così semplice che non ha certo bisogno di spiegazione: la reputazione di APT si basa su questa sua grande funzionalità.
aptitude dist-upgrade è sempre disponibile come un sinonimo di aptitude full-upgrade; apt-get riconosce solo il primo.

6.2.4. Opzioni di configurazione

Oltre agli elementi di configurazione già citati, è possibile configurare certi aspetti di APT aggiungendo direttive in un file della directory /etc/apt/apt.conf.d/. Ricordare per esempio che APT può dire a dpkg di ignorare i conflitti fra i file se si specifica DPkg::Options { "--force-overwrite"; }.
Se si può accedere al Web solo attraverso proxy, bisogna aggiungere una riga come Acquire::http::proxy "http://proprioproxy:3128". Per un proxy FTP, scrivere Acquire::ftp::proxy "ftp://proprioproxy". Per scoprire più opzioni di configurazione, leggere la pagina di manuale apt.conf(5) con il comando man apt.conf (per i dettagli sulle pagine del manuale, vedere il prossimo capitolo).

6.2.5. Gestire le priorità dei pacchetti

Uno degli aspetti più importanti nella configurazione di APT è la gestione delle priorità assegnate ad ogni fonte di pacchetti. Per esempio, si potrebbe volere estendere una distribuzione con uno o due pacchetti più nuovi da Testing, Unstable o Experimental. È possibile assegnare una priorità a ciascun pacchetto disponibile (lo stesso pacchetto può avere diverse priorità a seconda della sua versione o della distribuzione che lo fornisce). Queste priorità influenzeranno il comportamento di APT: per ogni pacchetto, selezionerà sempre la versione con la priorità più alta (tranne se questa è più vecchia di quella installata e se la sua priorità è inferiore a 1000).
APT definisce diverse priorità predefinite. Ogni versione installata di un pacchetto ha priorità 100. Una versione non installata ha priorità 500 per impostazione predefinita, ma può arrivare a 990 se è parte del rilascio di destinazione prescelto (definito con l'opzione a riga di comando -t o con la direttiva di configurazione APT::Target-Release).
È possibile modificare le priorità con l'aggiunta di voci nel file /etc/apt/preferences con i nomi dei pacchetti interessati, la loro versione, la loro origine e la loro nuova priorità.
APT non installerà mai una versione più vecchia di un pacchetto (cioè un pacchetto il cui numero di versione è più basso di quello del pacchetto attualmente installato) tranne se la sua priorità è superiore a 1000. APT installerà sempre il pacchetto con priorità più alta che soddisfa questa regola. Se due pacchetti hanno la stessa priorità, APT installerà il più recente (quello con numero di versione più alto). Se due pacchetti hanno le stesse versione e priorità ma diverso contenuto, APT installerà la versione non installata (questa regola è stata creata per coprire il caso di un aggiornamento di pacchetto senza incremento del numero di revisione, che normalmente è richiesto).
Più in concreto, non sarà mai installato un pacchetto la cui priorità è minore di 0. Un pacchetto con priorità compresa tra 0 e 100 verrà installato solo se nessun'altra versione del pacchetto è già installata. Con una priorità da 100 a 500, il pacchetto sarà installato solo se non c'è un'altra versione più recente installata o disponibile in un'altra distribuzione. Un pacchetto con priorità fra 500 e 990 verrà installato solo se non ci sono nuove versioni installate o disponibili nella distribuzione di riferimento. Con una priorità da 990 a 1000, il pacchetto verrà installato a meno che la versione installata non è più recente. Una priorità superiore a 1000 porterà sempre all'installazione del pacchetto anche se costringe APT a retrocedere ad una versione precedente.
Quando APT controlla /etc/apt/preferences, prende prima in considerazione le voci più specifiche (spesso quelle che specificano il pacchetto interessato), poi quelle più generiche (tra cui per esempio tutti i pacchetti di una distribuzione). Se sono presenti più voci generiche, viene utilizzata la prima. I criteri di selezione disponibili includono il nome del pacchetto e la fonte che lo fornisce. Ogni fonte è identificata dalle informazioni contenute in un file Release che APT scarica insieme ai file Packages.gz. Esso specifica l'origine (di solito "Debian" per i pacchetti di mirror ufficiali, ma può essere anche un nome di una persona o di un'organizzazione per repository di terze parti). Fornisce anche il nome della distribuzione (solitamente Stable, Testing, Unstable o Experimental per le distribuzioni standard fornite da Debian) insieme con la sua versione (per esempio 5.0 per Debian Lenny). Diamo dunque un'occhiata alla sua sintassi attraverso alcuni casi di studio realistici di questo meccanismo.
Supponiamo che si vogliano usare solamente i pacchetti della versione stabile di Debian. Quelli forniti in altre versioni non devono essere installati tranne se esplicitamente richiesto. Si dovrebbero scrivere le seguenti voci nel file /etc/apt/preferences:
Package: *
Pin: release a=stable
Pin-Priority: 900

Package: *
Pin: release o=Debian
Pin-Priority: -10
a=stable definisce il nome della distribuzione selezionata. o=Debian limita l'impostazione ai pacchetti la cui origine è "Debian".
Si supponga ora di avere un server con diversi programmi locali dipendenti dalla versione 5.10 di Perl e che si voglia garantire che non vengano installati gli aggiornamenti ad un'altra versione. Si potrebbe usare questa riga:
Package: perl
Pin: version 5.10*
Pin-Priority: 1001
La documentazione di riferimento per questo file di configurazione è disponibile nella pagina di manuale apt_preferences(5), che è possibile visualizzare con man apt_preferences.

6.2.6. Lavorare con più distribuzioni

Dato che aptitude è uno strumento così meraviglioso, si può essere tentati di prendere pacchetti provenienti da altre distribuzioni. Ad esempio, dopo aver installato un sistema Stable, si potrebbe desiderare di provare un pacchetto software disponibile in Testing o Unstable, senza scostarsi troppo dallo stato iniziale del sistema.
Anche se a volte si incontrano problemi mischiando pacchetti di diverse distribuzioni, aptitude gestisce tale coesistenza molto bene e limita i rischi in modo molto efficace. Il miglior modo di procedere è quello di elencare tutte le distribuzioni utilizzate in /etc/apt/sources.list (alcune persone mettono sempre le tre distribuzioni, ma ricordare che Unstable è riservata agli utenti esperti) e di definire la distribuzione di riferimento con il parametro APT::Default-Release (vedere Sezione 6.2.3, «Aggiornamento del sistema»).
Supponiamo che Stable sia la propria distribuzione di riferimento ma che Testing e Unstable siano comunque elencate nel proprio file sources.list. In questo caso, è possibile usare aptitude install pacchetto/testing per installare un pacchetto da Testing. Se l'installazione non riesce a causa di alcune dipendenze che non possono essere soddisfatte, si può lasciare che risolva queste dipendenze in Testing aggiungendo il parametro -t testing. Lo stesso vale ovviamente per Unstable.
In questa situazione, gli aggiornamenti (safe-upgrade e dist-upgrade) vengono fatti all'interno di Stable eccetto per i pacchetti già aggiornati ad altre distribuzioni: questi seguiranno gli aggiornamenti disponibili nelle altre distribuzioni. Questo comportamento verrà spiegato più avanti con l'aiuto delle priorità predefinite impostate da APT. Non esitare ad usare apt-cache policy (vedere riquadro) per verificare le priorità assegnate.
Tutto ruota intorno al fatto che APT considera solo i pacchetti con versione più alta o uguale a quella installata (assumendo che non è stato usato /etc/apt/preferences per forzare priorità più alte di 1000 per alcuni pacchetti).
Supponiamo di avere installato la versione 1 di un primo pacchetto da Stable e che le versioni 2 e 3 siano disponibili rispettivamente in Testing e Unstable. La versione installata ha una priorità di 100, ma la versione disponibile in Stable (la stessa) ha priorità 990 (perché fa parte della versione di riferimento). I pacchetti in Testing e Unstable hanno priorità 500 (la priorità predefinita per una versione non installata). Il vincitore è dunque la versione 1 con una priorità di 990. Il pacchetto "rimane in Stable".
Prendiamo ora l'esempio di un altro pacchetto la cui versione 2 è stata installata da Testing. La versione 1 è disponibile in Stable e la versione 3 in Unstable. La versione 1 (di priorità 990, quindi minore di 1000) è scartata perché è più bassa della versione installata. Questo lascia in gioco solo le versioni 2 e 3, entrambe con priorità 500. Di fronte a questa alternativa, APT sceglie la versione più recente, quella da Unstable. Se non si desidera che un pacchetto installato da Testing venga migrato a Unstable, è necessario assegnare una priorità minore di 500 (490 ad esempio) ai pacchetti provenienti da Unstable. Si può modificare /etc/apt/preferences con queste righe:
Package: *
Pin: release a=unstable
Pin-Priority: 490